Fra il cinghiale e la triglia, fra poeti e cacciatori

E’ bello lasciare il caffè Ginori a Castiglioncello al mattino. La gente va al mare con il sapore di un buon caffè. Noi si scende verso Rosignano.
Si passa davanti Io Scolapasta (via Aurelia 813, tel. 0586/751291) per correre verso le ciminlere della Solvay.

Il villaggio operaio della fabbrica belga vale la sosta. Non a caso Monicelli ci ha girato la scena finale di “In viaggio con Anita”. Da qui meglio fare la vecchia Aurella ed infilarsi a San Guido sui viale del Cipressi.

Un caffè al Posta e poi si può fare merenda all’enoteca Tognoni oppure cenare alla Magona. Se si preferisce l’area di mare, una sosta per mangiare semplice e bere alla grande è l’enoteca Mastrini di Donoratico. L’alternativa è salire da Bolgheri verso Bibbona. Qui c’è la Carabaccia, bomboniera di Emanuele Vallini, talento allo stato puro.

Al mare si torna per una sosta quasi obbligata dallo Zazzeri, come ormai si dice qui, ovvero alla Pineta di Marina di Bibbona. Se poi si ha voglia di grandissimi sott’olii ma anche di zuppe tradizionali e buone preparazioni in barattolo (sughi), il nome emergente è Ia Mediterranea Belfiore alla Cinquantina di Cecina.




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